L’ho conosciuto fin dal1961 nell’Istituto Secolare del S. Cuore. Per tanti anni l’incontro abituale era una volta al mese per il ritiro spirituale con gli altri Soci. Mi ha colpito sempre la sua umiltà: sapeva sempre ascoltare, interveniva solo se invitato espressamente, pur essendo preparato e aggiornato più di altri. Quando teneva una meditazione lui, leggeva da capo a fondo: una esposizione ricca di riferimenti, di richiami biblici e conoscenza della dottrina della Chiesa. Leggeva molti libri, era sempre interessato alle ultime pubblicazioni. L’appartenenza all’Istituto Secolare Sacerdoti del S. Cuore comporta una relazione scritta bimensile da parte dei Soci al Responsabile circa la conduzione della vita spirituale e la pratica dei voti: fu sempre puntuale, la sua umiltà disarmava, e nel mio caso, mi toglieva l’imbarazzo di dovergli rispondere senza cadere nell’adulazione. Ricordo la visita all’ospedale di Castel S. Pietro nel 1986: con serenità mi consegnò una busta con l’invito a leggere il contenuto; era il suo testamento, mi chiedeva il parere prima di passare alla stesura definitiva. Rimasi edificato! Quel testo rivela l’interiorità di questo sacerdote, che ha saputo velare con la modestia la pratica delle virtù cristiane. In tanti anni di amicizia non l’ho mai sentito lamentarsi per motivi di salute o per difficoltà di ministero. Passando dal Santuario mi è capitato di trovarlo all’altare per la Messa con due o tre persone, eppure dopo le letture si fermava per un po’ di tempo in silenziosa meditazione. La differenza di età avrebbe dovuto metterlo nei miei confronti in una posizione di maestro, perché tanto avevo da imparare da lui, invece assumeva l’atteggiamento del discepolo, sempre in ascolto per tutto ciò che riguardava il ministero. Tale atteggiamento, che gli era divenuto connaturale, rendeva facile la conversazione, senza cadere mai nel pettegolezzo o nella critica. Si può dire che la sua presenza all’interno dell’Istituto è sempre stata punto di riferimento di fedeltà alle grazie del Signore, e che si esprimeva con dolcezza. Chi non lo conosceva poteva correre il rischio di considerarlo “ un prete da poco”, ma bastavano poche conversazioni per capire quale ricchezza interiore avesse raggiunto. Si è santificato e ha santificato attraverso la quotidianità del servizio ministeriale.
Al momento non ricordo altro. Grazie per l’occasione che mi hai offerto, e memento ad invicem!
Don Guido Calzolari