DON LUCIANO
Le cose più belle fan poco rumore,
ma lodano Dio ch’è gioia ed amore …
il sole, le stelle, la neve ed il fiore
tacendo ti parlan col loro splendore.
altre sembran parlare, però sottovoce …
la garula fonte che l’uomo disseta
o l’acqua che giunge di fiume alla foce,
quasi folla di gente all’Eterno ch’è meta.
Talora un fruscio si sente sommesso
di tenere fronde vestite di nuovo
che, mosse dal vento ne seguon l’amplesso,
danzando ad un tempo la quercia ed il rovo.
Oppur nel ruscello che scorre più sotto,
la Limpida acqua, giocando fra i sassi,
par narri sommessa, con canto interrotto,
vicende infinite in dirupi e fra i massi.
Così Don Luciano passò silenzioso,
oppure parlando con esile voce,
col dolce sorriso sereno e gioioso
nei cuori infondeva l’amore alla Croce.
Benché non godesse di tanta salute,
era sempre presente e disposto per tutti:
nel suo Minister alle lunghe sedute,
oppur a conforto di pene e di lutti.
Quegl’occhi vivaci e pieni di gioia
sembr’ancora vederli sorrider festosi;
così penetranti aprivano il cuore …
sol bene scorgevan ed eran gioiosi.
La forza attingeva all’Altar, nella Messa
che sempre curava, ossequioso alle norme;
né mai t’esaltò di riforme la ressa,
ma umil seguiva dei Santi le orme.
Il suo Ministero fu tanto fecondo
perché s’affidò alla Vergin Maria;
egli l’amava d’amore profondo …
ed Essa, qual Madre, gli apriva la via …
La via del cuore ch’è assai misteriosa
e che il figlio devoto, obbediente intuiva;
per cui la memoria è rimasta famosa
di chi a cercar pace a Poggio veniva.
Il bel Santuario ora è centro d’ascesi …
Fu lui, Don Luciano a voler che Maria
raccolga ed infiammi i figli più attesi
perchè sian d’aiuto al fratel che devia.
Ritiri, novelle, rosari e riunioni
trovavano in lui promotore solerte,
che, stando in disparte, ispirava i più buoni
onde affrontare salite più erte.
Come Gesù, predilesse i bambini
pel quali nutriva l’amor d’una madre;
sapeva formarli fin da piccini
insegnando ad amare il Signore ch’é Padre.
E’ bell’or vederli servire all’Altare,
raccolti e compresi del grande Mistero;
ognuno sa bene le cose da fare,
per cui anche i grandi ci pensan davvero.
Ai malati e a chi soffre donava se stesso
saltando perfino il pranz’o la cena
e questo, lo so, capitav’assai spesso
perché s’addossava di tutti la pena.
Confessor ricercato da preti e da suore,
pendolar era sempre pel Regno dei Cieli,
essendo poi schivo di soldi e d’onore,
era lui a scusarsi davanti ai fedeli.
Anche ai lontani… lanciava il Messaggio …
in modi diversi, secondo il bisogno:
li andava a trovare, oppur, quando in viaggio,
qualcuno lo vide come in un sogno! …
La sola presenza ridava fiducia …
Chi l’incontrava sentiva che quello
da Dio veniv’a che strappo ricucia
su candida veste donat’al fratello.
Ma chi può conoscer la vita d’un Santo?
Solo il signore, sa tutto dei suoi
però ci son segni che, dicono tanto …
e che Don Luciano verifica in noi.
Qual stella che brilla nel Ciel della Chiesa
ci orienta e conforta nel nostro cammino;
per tutti più lieta diventa l’attesa,
sperando raggiunger lo stesso Destino.
Ed or, Don Luciano, pregate per noi
la Vergine Santa lassù in Paradiso;
noi pur c’onoriamo d’essere suoi;
con Voi noi vogliamo vedere il suo Viso. »
Don Antonio Vignini