Sono stato compagno di classe di Mons Luciano Sarti durante gli anni del Seminario, dalla terza classe ginnasiale in poi (avendo fatto le prime due classi nel piccolo seminario di Borgo Capanne).
I miei ricordi di quel tempo lontano sono ormai svaniti, nelle mia memoria è rimasto solo il ricordo indelebile di un seminarista modello, per la sua vita semplice e umile, per la sua pietà vera, senza falsi atteggiamenti mistici, per l’osservanza scrupolosa delle regole di vita, allora più rigorose di quelle attuali, per il suo ottimo profitto negli studi, frutto della sua intelligenza vivace e del suo costante impegno nello studio. Finchè fummo insieme, fu per noi, suoi compagni di8 classe, un esempio e uno stimolo ad imitare la sua vita semplice e buona. Poi le nostre vite si divisero: io fui attratto nell’orbita di Porretta Terme e del Collegio Albergati; lui, dopo alcune peregrinazioni, fu destinato a custodire il piccolo Santuario della Madonna di Poggio di Castel San Pietro, da dove si irradiò presto la sua attività sacerdotale in tutta la zona circostante con abbondanti frutti spirituali, il cui ricordo è ancora vivo e continuerà a vivere ancora per molto tempo.
Don Luciano fu sempre un gran devoto della Madonna, come dovrebbe esserlo ogni sacerdote. Quando era seminarista faceva parte della Congregazione Mariana istituita nel Seminario, ed è logico che la Madonna lo abbia destinato ad essere il custode del suo santuario di Poggio, da dove egli diffuse il suo amore e la sua devozione alla Santissima Madre di Gesù e Madre nostra. E non fa meraviglia che quando sorse nel 1973 il Movimento Sacerdotale Mariano egli vi aderisse con grande entusiasmo, seguendo l’esempio del nostro indimenticabile Pastore, il Card. Giacomo Lercaro. Questo movimento, diffuso oggi in tutto il mondo, ha come principali impegni la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, l’amore e l’obbedienza incondizionata al Papa e alla gerarchia unita con lui, la recita quotidiana dell’intero Rosario, la diffusione tra i fedeli di una tenera devozione alla Madonna, un po’ eclissata per un’errata interpretazione del Concilio Vaticano Secondo. A questi impegni don Luciano fu costantemente fedele, partecipando assiduamente ai Cenacoli Sacerdotali Mariani, a quello internazionale che si tiene ogni anno alla fine di giugno a Valdragone, nella Repubblica di San marino, a quello regionale dell’ Emilia Romagna che attualmente ha luogo nel Santuario di Fontanellato in Diocesi di Parma e a quelli più modesti che si svolgono ogni mese in Diocesi con la partecipazione di alcuni sacerdoti del Movimento. Di questi ultimi don Luciano, finchè la salute glielo permise, fu l’anima. Presiedeva la Concelebrazione Eucaristica, durante la quale ci rivolgeva la sua parola ardente di amore alla Madonna, esortandoci ad essere fedeli ai nostri impegni assunti con la nostra consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Di questi Cenacoli resta in noi sacerdoti partecipanti un vivo ricordo che ci spinge ad imitare il suo esempio, mentre confidiamo nel suo aiuto, ora che lo crediamo vicino alla nostra Santissima Mamma Celeste, che lui ha tanto amato su questa terra.
Bologna
25 ottobre 1993
Don Amedeo Palmieri
Pensiero sulle sue virtù
La virtù che più ho ammirato in Don Luciano è stata la sua grande umiltà: umiltà vera, semplice, spontanea. Incontrandolo si provava verso di lui un sentimento di grande rispetto e di naturale simpatia, perché egli dimostrava verso tutti i suoi confratelli una stima sincera, come chi si sente l’ultimo fra tutti, avendo per tutti una parola amica e un sorriso cordiale. Penso che tutti i sacerdoti della diocesi amassero Don Luciano soprattutto per la sua grande umiltà.
Quelli che lo conobbero più intimamente ammiravano in lui soprattutto questa virtù, sorgente di tutte quelle che devono risplendere in un sacerdote, che deve essere luce e sale del mondo, come lo vuole Gesù. Perciò rifulsero in lui in grado eminente le virtù sacerdotali della povertà, dell’obbedienza e della castità, a cui facevano corona anche tante altre virtù, che fecero di lui un sacerdote di grande equilibrio anche dal punto di vista semplicemente umano.
18 novembre 1993
Don Amedeo Palmieri