Non è facile sintetizzare in poche parole la straordinaria intensità e la profonda ricchezza spirituale ed ecclesiale della vita sacerdotale di don Luciano.
Si possono semplicemente cogliere soltanto alcuni aspetti, ma al contempo essenziali, per evidenziare le sue virtù.
Prima di tutto si deve sottolineare la virtù della sua umiltà.
Se è vero, come è vero, quello che scrive un grande Padre della Chiesa, S. Giovanni Crisostomo, che “l’umiltà è la madre, la radice, la nutrice, il fondamento, il legame di tutte le altre virtù”, si può dire con certezza ragionevole che in don Luciano tale virtù è sempre stata il fondamento del suo terreno interiore dal quale sono fruttificate tutte le altre.
Così egli scriveva sull’umiltà: “L’umile ha lo spirito di Cristo. In lui è Gesù che parla. L’umile sceglie gli ultimi posti, i ministeri meno appariscenti. Sa nascondersi e fa apparire gli altri. Confessa sinceramente la propria insufficienza e sa mettere in risalto le buone qualità dei confratelli. …Senza umiltà non c’è carità. Non possiamo essere apostoli senza essere umili”.
Per don Luciano queste riflessioni non sono rimaste semplici e belle parole ma sono diventate vita vissuta e lo confermano le testimonianze di chi lo ha conosciuto.
Eccone alcune:
“Il nostro primo sentimento di fede è quello di ringraziare il Signore e la Vergine Santa per averci donato per molti anni un sacerdote di altissima spiritualità, completamente dedito a un apostolato tanto nascosto quanto efficace. Non si potrà mai valutare né raccontare quanto abbiamo ricevuto da don Luciano. Ed egli stesso ora, nello stupore gioioso della contemplazione del Signore e della B.V. Maria, sarà colmo di meraviglia nello scoprire quali grandi cose il Signore ha operato per mezzo di lui, umilissimo servo. “ (mons. Vincenzo Zarri)
“Seguendo la chiamata del Signore Don Luciano ha offerto a Dio tutto sé stesso. E il Signore ha accettato la sua offerta non simbolicamente; sulla terra e nella visibilità della Chiesa gli ha lasciato quanto di più povero e modesto si può immaginare: poca salute, scarsissimi mezzi, esiguo ruolo ministeriale. E senza elementi umani consistenti ha svolto un ministero rilevantissimo nell’archidiocesi di Bologna, e oltre. Il Signore si compiace degli umili” (mons. Vincenzo Zarri)
“Quando gli facevo la denuncia dei redditi e gli chiedevo il titolo di studio mi diceva: mettici la 5° elementare. Io gli rispondevo di no; don Luciano mi diceva: sai gli studi del Seminario non hanno valore civile; lui era schivo di ogni titolo e non si vantava di nulla; pur essendo tanto colto era sempre l’ultimo di tutti. (G.V.)
“Un giorno mi raccontò che per verificare se le sue prediche fossero noiose (si era accorto che qualcuno sonnecchiava) ne registrò una e poi l’ascoltò. “Ebbene Carlo sai cosa mi è successo? Mi sono addormentato anch’io” (G.C.)
“Quando veniva ricoverato in ospedale non aveva il privilegio di una stanza singola, (forse non lo voleva) e talvolta veniva sistemato in corsia (stanze a sei letti); non chiedeva nulla e accettava tutto. Capitava a volte che gli altri uomini non gradissero la compagnia di un prete, ma dopo qualche giorno erano conquistati dalla sua mitezza e umiltà. Un giorno la suora entrò e si sentì dire: ”Avete messo Cristo in mezzo ai ladroni!” (Suor Giuseppina)
“La virtù che più ho ammirato in don Luciano è stata la sua grande umiltà: umiltà vera, semplice, spontanea. Incontrandolo si provava verso di lui un sentimento di grande rispetto e di naturale simpatia, perché egli dimostrava verso tutti i suoi confratelli una stima sincera, come chi si sente l’ultimo fra tutti, avendo per tutti una parola amica e un sorriso cordiale.
Penso che tutti i sacerdoti della diocesi amassero don Luciano soprattutto per la sua grande umiltà.
Quelli che lo conobbero più intimamente ammiravano in lui soprattutto questa virtù, sorgente di tutte quelle che devono risplendere in un sacerdote, che deve essere luce e sale del mondo, come lo vuole Gesù. Perciò rifulsero in lui in grado eminente le virtù sacerdotali della povertà, dell’obbedienza e della castità, a cui facevano corona anche tante altre virtù, che fecero di lui un sacerdote di grande equilibrio anche dal punto di vista semplicemente umano.” (Don Amedeo Palmieri)
tratto da alcuni bollettini della Parrocchia di Castel San Pietro Terme