Ecco quanto posso attestare su Mons. LUCIANO SARTI.
Ci conoscevamo anche dal seminario, ma non troppo, perché egli era due anni di studio avanti a me.
La grande nostra amicizia ebbe inizio da quando fummo ambedue infermi di T.B.C. e ricoverati allora all’Istituto Carlo Alberto Pizzardi (ora Bellaria), da poco inaugurato appunto per curare i malati di tbc. Là fummo curati molto bene; lo dimostra la tarda età a cui siamo arrivati. Altri seminaristi, a quei tempi, furono ospiti di quell’ospedale e curati come noi. Alcuni di essi però sono deceduti abbastanza giovani.
A differenza di me, che appena ordinato fui messo in parrocchia in diocesi e all’estero, egli fu quasi subito addetto al santuario della Madonna del Poggio di Castel San Pietro; santuario che egli ha sempre curato con tanto amore da divenire vita della sua vita.
Ogni anno, durante le ferie, andavo regolarmente a fargli visita, anche perché ho sempre amato celebrare la santa Messa in quel santuario, a cui sono molto affezionato, essendo pure io originario di quella zona. Di don Luciano (come semplicemente tutti lo chiamavano) non posso dirne che un gran bene:
- Per la sua virtuosa e intelligente semplicità
- Per la sua smisurata devozione alla Madonna
- Per il suo grande spirito di orazione e diventato maestro di orazione per i laici
- Per la sua profonda spiritualità che si comunicava a tutti, cosicché il santuario del Poggio era diventato un centro frequentato e ricercato sia per venerare la Madonna ma anche per la cura dello spirito, con giornate di ritiro e di riflessione, che egli normalmente non dirigeva ma… vegliava
- Era un ricercato confessore e predicatore di ritiri da diverse comunità religiose
- Era molto generoso con gli altri (anche con me), mentre egli viveva con estrema povertà
Tenne la mamma con sé fino alla morte, anche quando negli ultimi suoi anni di vita era diventata una vera croce, data la sua infermità mentale sopraggiunta.
Quando ai nostri rapporti personali, devo dire che io approfittavo della sua bontà per farlo molto arrabbiare (come si suol dire). Egli mi ha sempre sopportato, con estrema gentilezza, senza mai una parola né un gesto di impazienza o di noia.
MISSIONE CATTOLICA ITALIANA Settore Condroz Belgio
29/7/1991
Caprara don Narciso